Skip to main content

Archivi: Eventi

Messa Solenne in onore di santa Cecilia

Abbazia di Chiaravalle della Colomba
domenica 16 giugno 2024, ore 21

Si tratta di una Messa Solenne ed è una delle prime importanti composizioni di Gounod, che segna la sua affermazione negli ambienti musicali parigini.

Composta nel 1855 viene eseguita per la prima volta il 29 novembre nella chiesa di Saint Eustache, pochi giorni dopo il giorno dedicato alla Santa.

Il brano è scritto per tre voci soliste, soprano, tenore e basso, coro a quattro voci dispari, orchestra e organo. L’invenzione melodica e i colori orchestrali denotano una certa correlazione al mondo dell’opera.

Descrizione del luogo:

L’Abbazia di Chiaravalle della Colomba è un luogo magico, sulle colline sopra Piacenza, sconosciuto ai più. Meta di pellegrinaggio sulla via Franchigena, alloggia i pellegrini che si recano ad Assisi.
Questo notevole luogo di culto, che unisce lo splendore architettonico dello stile Romanico-Gotico alla vita spirituale e laboriosa dei monaci che lo abitano, custodisce al proprio interno lo straordinario gioiello di Chiaravalle della Colomba, il chiostro trecentesco. Culmine qualitativo del primo ciclo di lavori, si presenta ancor oggi nell’intensa suggestione della propria bellezza ed è l’unico conservatosi intatto in situazione extra-urbana sull’intero territorio della Regione.

Charles Gounot (1818-1893)

Coro Vallongina: Mo Don Roberto Scotti
Coro Jacopo Da Bologna: Mo Antonio Ammaccapane
Corale Polifonica A. Gavina: Mo Marco Simoncini
Soprano: Elena Cattani,
Tenore: Federico Bonghi
Basso: Fabio Bonelli
Orchestra Sinfonica Colli Morenici: Direttore Concertatore, don Roberto Scotti

Messa in Re maggiore op 86

La Messa in Re maggiore nasce alla fine del 1800. Viene presentata in forma di “Missa Brevis”, ossia una versione ridotta delle sezioni dell’ordinario in cui figureranno solamente Kyrie, Gloria, Sanctus, Benedictus e Agnus Dei. La fine dell’800 è caratterizzata dalla composizione di grandi poemi sinfonici e maestosa musica strumentale, che adombra le contemporanee composizioni sacre. Anche questa messa è rimasta nell’ombra, il suo compositore è più che noto e celebrato per altri suoi lavori: uno su tutti la “Sinfonia n.9 in mi minore, Dal nuovo Mondo”. Nonostante ciò è interessante osservare come anche la musica sacra subisca gli influssi dei canoni estetici delle correnti artistiche ad essa contemporanee. Ritroviamo difatti una Messa che perde molta dell’austerità alla quale ci aveva abituato la musica sacra Settecentesca. La stessa struttura della composizione cerca di evidenziare i momenti della liturgia in maniera unica e peculiare. È evidente fin da subito che quest’opera ricerca alternative armoniche più moderne tentando comunque di mantenere uno stile adatto alla funzione religiosa. Proprio per questo la Messa in Re Maggiore di Dvorak è una piccola perla nascosta che merita di essere riscoperta ed apprezzata.

Durata: 40 minuti

Messa Oriente e Occidente sotto le Due Torri

La Messa è una nuova composizione commissionata da Messa in Musica ai compositori appartenenti alla C.M.R., Cappella Musicale del Rosario, allievi di composizione del Maestro Cristina Landuzzi del Conservatorio G.B.Martini di Bologna, per celebrare la decima stagione di Avvento, sottolineando così la propria vocazione alla valorizzazione dei giovani talenti. Ogni parte della Messa è stata affidata ad un compositore differente, che la interpreterà secondo la propria poetica, mentre l’omogeneità della impostazione dell’opera nella sua interezza è rinviata all’articolazione del rito stesso della celebrazione. L’esecuzione è stata affidata alla Cappella del Rosario di San Domenico, che, dopo i fasti vissuti alla fine del Settecento, ha trovato una rinascita significativa nel 2019, in occasione dei tre anni di giubileo domenicano. Da allora l’obiettivo della Cappella del Rosario è stata la divulgazione della musica sacra storica e al contempo la promozione della nuova musica dedicata a tematiche spirituali ed alla liturgia. In questa comune visione Messa in Musica e la Cappella del Rosario, trovano una sintesi di azione nella Messa eseguita qui per la prima volta. Una tradizione antica ancora una volta coniuga la sensibilità contemporanea per offrire un ascolto inedito e coinvolgente, di particolare impatto emotivo. La Messa di Avvento in Musica è formata da brani del proprio e dell’ordinario, composti per l’occasione e dedicati al tema della natività, in occasione della settimana che precede il santo Natale.

Le parti della Messa sono state affidate a diversi compositori:

Introito- Matteo Malferrari
Kyrie- Emanuele Labò
Credo- Irina Grendo
Sanctus – Gianfilippo Sanzone
Agnus Dei – Ferdinando Termini
Comunione I – Matteo Malferrari
Comunione II – Gregorio Savini
Finale Santa Messa (Ave Maria) – Sebastian Arnold

Durata: 30 minuti

Messa 1946

Messa 1946 è stata trascritta dal M° Luciano D’Orazio ed eseguita in prima assoluta a Ferrara il 20 novembre 2022 dall’Accademia Corale Vittore Veneziani, fondata nel 1955 dal Maestro Veneziani stesso. Se ne erano perdute le tracce, fino al ritrovamento della partitura originale presso il Conservatorio “Girolamo Frescobaldi” di Ferrara, dove si trova il “Fondo Veneziani”. Costretto a lasciare il ruolo di direttore del coro del Teatro alla Scala di Milano in quanto ebreo, il M° Vittore Veneziani si rifugiò in Svizzera da febbraio 1944 a luglio 1945, dove divenne direttore del coro parrocchiale locale e, proprio a Roveredo, compose la “Messa 1945 per l’inaugurazione dei restauri della Chiesa di San Giulio in Roveredo”, per coro a quattro voci (SATB) e armonium, unica opera sacra cattolica del Maestro. A Roveredo, domenica 30 settembre 1945, ebbe luogo la prima esecuzione sotto la direzione del compositore. La prima esecuzione italiana fu a Milano, il 21 aprile 1946 per la Fiera di Sant’Angelo, con il coro misto dell'”Angelicum” diretto dal M° Arrigo Bortone. Della Messa si sono poi perse le tracce fino alla recente riscoperta.

Durata: 30 minuti

Missa Tango

Il tango è nato nei bassifondi di Buenos Aires, nell’atmosfera porteña dei postriboli e dei bordelli. La messa di Agostinelli, dopo la Misa Tango di Ramirez, e Tango di Luis Bacalovdi, intende fondere il linguaggio popolare contraddistinto da semplici ma potenti concetti ritmici, con quello della cultura della polifonia classica, più elaborato e più fermo sulle tecniche canoniche. Il tango a cui fa riferimento non è solo quello di Troilo o di Gardel, ma anche quello più moderno di Piazzolla o quello più popolare delle balere e delle feste di paesi dell’America latina alla Periferia del mondo. La strumentazione è povera, un pianoforte e occasionalmente un Bandoneon, a volte un contrabbasso e percussioni. Nel Kyrie l’invocazione di Pietà al Signore è esposta dalle voci ad una ad una, sottolineata da un ritmo rude e tanghistico, mentre quella al Cristo si scioglie nell’omoritmia melodica, come a voler intendere che tutti i popoli cercano la misericordia di Dio. Sul ritmo di Milonga le voci si alternano nell’invocazione di Pietà e si ricompongono nel punto culminante della parola Patris, che riporta all’atmosfera iniziale interrotta dal Jesu Christe. Il Credo si svolge su due melodie differenti una ritmica e sillabata in tempo di tango, e una dolce e melodica in tempo di milonga. Ancora il tango conclude il fugato finale di In vitam venturi saeculi, Amen.

Durata: 45 minuti

Quaresima in Musica
Salieri – Mozart

Quaresima in musica

Requiem in do minore – Antonio Salieri
Requiem in re minore K 626 – Wolfgang Amadeus Mozart


Requiem in do minore

Antonio Salieri
(1750-1825)

Orchestra: Associazione Culturale Messa in Musica

Organo: Luciano d’Orazio

Cori: Jacopo da Bologna, San Gregorio Magno Ferrara, Coro lirico città di Faenza

Soprano: Ginevra Schiassi

Mezzo soprano: Loretta Liberato

Tenore: Haruo Kawakami

Basso: Kwangsik Park

Direttore: Antonio Ammaccapane

Requiem in re minore K 626

Wolfgang Amadeus Mozart
(1756-1791)

Orchestra: Associazione Culturale Messa in Musica

Organo: Luciano d’Orazio

Cori: Jacopo da Bologna, San Gregorio Magno Ferrara, Coro lirico città di FaenzaAda Contavalli Molinella

Soprano: Ginevra Schiassi

Mezzo soprano: Loretta Liberato

Tenore: Haruo Kawakami

Basso: Kwangsik Park

Direttore: Emanuele Ammaccapane

I destini musicali dei due compositori si sono più volte incrociati. L’uno, Salieri, esprime la tradizione italiana e nel suo Requiem mette in risalto i caratteri espressivi e drammatici della composizione, seguendo le orme della riforma di Gluck.

L’altro, Mozart, esprime lo stile austro-tedesco, sempre geniale e caratterizzato dall’impianto sonatistico, l’ampiezza di formato, la ricchezza dell’accompagnamento ai soli e la scrittura riservata all’orchestra.

Oscurata dalla fama di Mozart, l’opera del compositore Salieri ha comunque esercitato una certa influenza sui compositori dell’epoca e quelli successivi. Due composizioni che si esaltano in un ascolto abbinato, che permette di coglierne differenze e affinità.

Antonio Salieri, Maestro di cappella e compositore ufficiale alla Corte imperiale asburgica, godette in vita di grande fama. Nel 1778 fu un suo melodramma riconosciuto in tutta Europa a inaugurare il Teatro alla Scala di Milano.

Concepì il Requiem in do minore per le sue stesse esequie. Opera impregnata di una religiosità solenne, ma serena, si presenta ricca di idee musicali e passaggi carichi di pathos, in una successione di quadri sonori che passano attraverso gli austeri drappeggi corali dell’Introitus iniziale o la temperie pre-romantica del Dies irae, il piglio eroico del Tuba mirum o l’aurea pastorale del Recordare.

Il Requiem verrà eseguito per coro, soli, orchestra e basso continuo.

Wolfgang A. Mozart interpreta il confronto dell’uomo con la sua più grande paura: la Morte.

Il Requiem, commissionato e scritto nel 1791, in un momento difficile per il salisburghese stremato dalle fatiche e dalla tanto desiderata e sofferta notorietà (nello stesso periodo scriverà infatti Il Flauto Magico), non sarà mai terminato a causa dell’inaspettata morte dello stesso autore.

Alcuni dei suoi allievi più intimi, fra i quali spicca la figura di Franz Xaver Süssmayr, concluderanno la composizione.

Mozart aveva indicato il motivo melodico dell’accompagnamento, ove questo non fosse deducibile dalle altre parti, come per Kyrie, Sequentia e Offertorium (con il Lacrimosa che si ferma dopo le prime otto battute sulle parole “homo reus”). È presente un profondo senso di angoscia, come se il compositore avesse paura della morte e del giudizio, conferendo all’opera un colore particolare, scuro e patetico. Nell’Introitus e nelle fughe l’atmosfera che si crea è spettrale e desolata.

Informazioni


  • Data

  • Accesso

  • Orario

  • Luogo

  • Indirizzo

  • Rassegna

  • Categoria

Foto

gallery


Altri

Appuntamenti


Continua a leggere